Oratorio del Castellare
Nei mesi di Aprile – Maggio – Giugno 2021 il CHIESINO del Castellare resterà aperto la prima Domenica del Mese dalle ore 15 alle ore 18. (….salvo nuove restrizioni governative…..)
ORATORIO DEL CASTELLARE: UN PO DI STORIA
La costruzione del piccolo Oratorio del Castellare fu iniziata nel 1656 dal Pievano Giuliano Bonanni con le elemosine degli abitanti di San Giovanni e inaugurato il 14 Settembre del 1657.
Nel 1718 il Pievano Giovan Battista Frullani si interessò di ingrandirlo perché più gente potesse entrare e assistere alla Messa, ma anche per costruire una cella per l’eremita fra Francesco Batini al quale nel 1722 fu affidata la custodia del Crocifisso che fino ad allora si trovava nella cappellina della Madonna del Rosario adiacente alla Pieve. L’ampliamento avvenne grazie ad un lascito di 25 scudi del Sig. Valerio Batini e per le offerte di altre pie persone.
L’Oratorio fu benedetto dall’Arcivescovo di allora nel Maggio del 1723.
Il Signor Valerio Batini donò inoltre una reliquia della S. Croce, dato che la piccola Chiesa era dedicata alla S. Croce e alle anime del Purgatorio. Nella notte tra il 20 e il 21 Giugno del 1931 ci fu un tentativo di furto dell’ antico Crocifisso. Il Pievano Don Tonissi, d’accordo con i Componenti della Compagnia del Carmine, decise di far intervenire la Sovrintendenza di Firenze per il restauro. Depositato a Palazzo Pitti, dopo un po di tempo del Crocifisso si persero le tracce.
Nel 1932/1933 un certo Giuseppe Vitale di san Giovanni, ma che si era trasferito altrove per ragion di lavoro, pagò un artista di Fornacette che facesse un quadro simile alla vecchia tavola. E lo realizzò, se è vero come è vero che il settimanale diocesano
Vita Nova scriveva nel 1937” l’artistica
croce che oggi primeggia sull’altare dello
storico tempietto……”
. Con l’inizio della guerra e fino al 1944 non
ci furono né feste né processioni.
Nel 1943 Don Seraglini organizzò un
pellegrinaggio di penitenza per implorare la
pace. Intanto la sommità del Castellare era
stata presa di mira dall’artiglieria pesante
americana perché era usata dai tedeschi come
punto di osservazione. Il 14 Luglio del 1944
un forte cannoneggiamento americano centrò
del materiale esplosivo che i Tedeschi avevano trasportato sulla sommità del monte.
Il tetto non esisteva più, le pareti schiantate in più punti, l’altare ridotto in macerie.
Ma la sera stessa, di fronte a quelle macerie un pugno di uomini animati da Silvano Batini promisero che “se il Signore ci salverà da questa guerra noi ripareremo il Chiesino”.
L’anno successivo, il 3 Maggio del 1945, si riprese la processione con i fuochi.
Nell’Aprile del 1946 ci fu la I° questua che fruttò £ 50.000. Nell’Aprile del 1947 i fratelli Tommaso e Urbino Lazzerini di Cucigliana alzarono il muro sotto la Chiesina. Don Raspolli formò un Comitato per la ricostruzione: Presidente Ceccarelli Enrico; cassiere Batini Silvano, Segretario Gori Luigi; Consiglieri Renzo Anguillesi, Lenzi Lio, Rossi Giuseppe, Bandecchi Giuseppe, Felloni Amedeo, Bini Paride, Bacci Baccio, Gabriellini Settimo. Questo Comitato affidò la ricostruzione dell’Oratorio a Tognetti Oreste.
.
Renzo Anguillesi donò tutta la copertura; Carmine e Baccio fecero l’impianto elettrico, mentre Amedeo Felloni preparò le fnestre. Il rinato Chiesino rischiava ora di venire nuovamente lesionato e distrutto dalle mine che dal 1957 venivano fatte brillare nella cava sottostante. Il 20 Aprile del 1970 si formò in Canonica un Comitato per contrastare l’opera del Gestore. Fu interessata la Sovrintendenza che chiese l’interruzione degli scavi. Nel frattempo, su proposta dell’avvocato Moneta, fu fatto un esposto al Pretore di Cascina il quale ritenne l’attività della cava lesiva dell’integrità e della bellezza naturale del monte e fece sospendere ogni lavoro.
MA LA STORIA, PURTROPPO, CONTINUA……………..
……La sera del 2 Maggio, verso le ore 20.30, una violentissima esplosione sentita da molte persone, riduceva ad un cumulo di macerie il bianco “Chiesino”posto sulla sommità del monte Castellare
Gli appassionati del Comitato Castellare stavano facendo gli ultimi preparativi per accogliere la fiaccolata notturna di Sabato 6 Maggio e per la celebrazione delle 2 Messe della Domenica, quando un componente, che si trovava nella stanzino dietro l’altare, avvertito un forte sibilo che usciva da una bombola del gas, gridava forte ai suoi amici di uscire tutti alla svelta. Un altro è voluto rientrare per chiudere la bombola e così bloccare la fuga di gas, ma poco dopo si è trovato investito dall’esplosione. L’incendio che si è sviluppato, ha attaccato il tetto della sagrestia dietro la Chiesa; lo spostamento d’aria, provocato dall’esplosione, ha fatto crollare i muri del Chiesino portandosi dietro tutto il tetto. Il Crocifisso portato 2 anni fa in Castellare, che era rimasto agganciato alla parete, per fortuna non subiva danni. Alla vista delle alte fiamme salivano subito i volontari della Croce Rossa di San Giovanni alla Vena, mentre da Vicopisano salivano anche i Volontari antincendio e i Vigili del Fuoco di Cascina unitamente a quelli di Pisa che a fatica riuscivano a spegnere le fiamme. Terminate le operazioni di spegnimento, i Vigili si adoperavano al raffreddamento di tutte le parti interessate dall’incendio e a mettere in sicurezza la zona togliendo alcune parti pericolanti. Tornavano, poi, mercoledì mattina per mettere in salvo la copia del Crocifisso di Enrico di Tedice. Veniva controllato anche il piccolo Campanile, ma decidevano che andava demolito per evitare qualche crollo improvviso.
Grande è stato lo sconforto per quello che era accaduto. Molti dal paese guardavano le alte fiamme con le lacrime agli occhi. Tanti sono stati i messaggi di solidarietà arrivati anche dai paesi vicini, come diverse sono state le persone che hanno offerto la propria professionalità.
L’Oratorio fu costruita per la prima volta nel lontano 1656 con le elemosine e le fatiche del popolo di San Giovanni. Fu ricostruito nel 1949 quando uomini, donne e ragazzi dei paese portarono a spalle fin lassù il materiale necessario per riparare i danni provocati dallo scoppio delle munizioni depositate dai soldati tedeschi; sarà restituito adesso, per la terza volta, certamente più solido all’affetto e alla solidarietà del popolo di San Giovanni….e dintorni.
A questo panorama storico desidero aggiungere, oggi, una mia riflessione sulla scelta di fondo che è stata fatta dal sottoscritto in vista della ricostruzione dell’Oratorio del Castellare.
Dopo lo scoppio e la conseguente distruzione del Chiesino, alcune persone appartenenti al Comitato Castellare, preoccupate di una eventuale lentezza dei lavori per la ricostruzione, chiesero se era possibile conservare le pareti rimaste in elevazione. Io mi sono sentito in dovere di consultare un ingegnere il quale mi ha lasciato questa dichiarazione:”
“Posto lo scopo di accelerare le operazioni di bonifica, non è possibile il ricorso alle soluzioni suggerite. Riguardo alla conservazione delle pareti rimaste in elevazione si osservi che ciò potrebbe avvenire previa installazione di un’opera di sostegno provvisionale necessaria per scongiurare durante le operazioni di rimozione delle macerie il ribaltamento delle stesse pareti. Ciò comporta un costo aggiuntivo, avente ordine di grandezza di alcune migliaia di euro, oltre alla difficoltà di rimozione dei materiali caduti, ora poste al piede di dette pareti. La difficoltà evocata si estende pure alla ricostruzione, visto che l’opera provvisionale costituirebbe un intralcio; è pertanto prevedibile l’aggiunta di un’ulteriore somma di denaro, ad oggi non stimabile non avendo fatto ancora ipotesi ricostruttive.
Viceversa, sentito pure il parere dell’Ing. Gino Cenci della Soprintendenza di Pisa – in occasione di udienza ad hoc per il caso di specie tenutasi il giorno 30/6/2017 presso il suo ufficio di Pisa, alla presenza del responsabile UTD dell’Arcidiocesi Arch. M.Rocchi e dell’Economo Generale Ing. Don F.Barsotti -, appare più agevole l’opzione di demolizione totale, considerato altresì che trattasi di murature senza pregio storico, risalenti al secondo dopo guerra. Lo stesso Ing. Cenci ha comunicato in modo informale che le ricerche di archivio effettuate non hanno prodotto alcun risultato circa memorie storiche o altri dati dell’Oratorio. Pertanto sulla base di quanto sopra, si propone la demolizione integrale delle murature rimaste in elevazione, unitamente al materiale già caduto in conseguenza dell’esplosione……”.
Circa l’antichità del Chiesino parla chiaro la stessa testimonianza lasciata da Silvano Batini nel suo Diario quando dice che il Chiesino fu centrato dall’artiglieria americana…che mandò in bricioli tetto, pareti….si salvò …………..
Con queste due premesse voglio tranquillizzare tutti, “ sia coloro che si sono sentiti affranti, amareggiati e delusi della sorte toccata ai resti del Chiesino, sia i cinquantenni costruttori importanti e blasonati, con i soldi in banca, non ultime le Divise, le Toghe, le Lauree, le Cariche…..”
-
che il Chiesino sarà ricostruito identico a quello andato distrutto;
-
che il suo significato, la sua preziosità non sta tanto e solo nelle pietre più o meno antiche, quanto nelle persone che lo hanno voluto nel 1600, che lo hanno ricostruito con la loro fatica nel 1949 e lo rivogliono oggi con le loro offerte generose.
A tutti coloro che hanno avuto il desiderio di suggerire di persona soluzioni alternative a quelle da me fatte, ma soprattutto a coloro che si sono dichiarati utopisti e malati, faccio l’augurio che essi hanno letto e rileggeranno ancora sulla porta di ingresso del Chiesino:” DUM LAPIDEM CALCAS, COR LAPIS ILLE TRAHAT”.